Roma Il cyberbullismo dilaga. Le fake news stanno invadendo l’informazione. E per tutto questo e altro ancora i social network sono nell’occhio del ciclone.
Che si appella ai legislatori affinché intervengano.
E, in attesa di nuove leggi, proprio la Camera dei Deputati ha ospitato un convegno sulla cattiva informazione tra vecchie nuovi media. Chiamando a raccolta esperti del settore a iniziare da Alessandra Fossati che, nel suo ruolo di giurista, ha appena dato alle stampe il primo manuale di diritto sui nuovi mali dei media dal punto di vista del diritto. La diffamazione tra media nuovi e tradizionali (edito da Munari Cavani Publishing) affronta i temi ora più scottanti partendo dalle basi del diritto e fornendo illuminanti risposte soprattutto sui nuovi comportamenti da tenere al tempo dei social per chi vuole aprire un blog o semplicemente capire cosa può e non può fare.
Tutti i relatori (l’esperto di propaganda digitale, Matteo Flora, l’avvocato Alessandro Munari, la giornalista Maria Latella e Daniele Chieffi, dell’Eni, oltre alla stessa Fossati) hanno riconosciuto che il male peggiore è il disinvolto uso che i cosiddetti haters (odiatori) fanno dei media ora che le informazioni viaggiano a una velocità impressionante. Il male che si può fare è immenso. E soprattutto non c’è lo stesso argine che – come spiega Maria Latella – si può trovare sui giornali dove a un articolo diffamatorio segue una querela. «Sul web gli insulti piovono indisturbati e chi li riceve non ha armi». E soprattutto lì restano. Non c’è niente di più immateriale della Rete. Eppure, come ricorda l’avvocato Munari, quello che lì viene pubblicato «resta come scolpito sulla pietra».